Avere un figlio che va male a scuola, è un vecchio tarlo che accomuna tante, troppe famiglie italiane.
Certo, a qualcuno l'affermazione potrebbe non interessare, ad altri forse sembrare forte e ad altrettanti perfino indigesta, se non fosse che...
se non fosse che, ogni tanto, a piccole dosi, sui telegiornali nostrani ci propinano qua e là “eurostatistiche” su quanto noi (quelli del Belpaese) si sia tra i meno istruiti in cultura scientifica, in matematica, in lettura e via andando, sempre più giù, sempre e sempre più giù.
Il problema è che tutto questo si riflette su un fatto molto grave e cioè il rimanere indietro, perché badate bene, una società povera di cervelli è destinata alla povertà pure e soprattutto nelle saccocce.
E comunque, facendo a meno dei telegiornali (non ne abbiamo bisogno, adesso c'è Santa Internet) basta vedere i voti d'una classe qualunque, in una qualunque scuola, d'una qualunque città.
Stendiamo un pietoso velo.
Ora, senza tediare troppo con noiosi temi sociologici, stando alla larga da discorsi troppo alti e poco comprensibili, andiamo invece a ridurre la sostanza dei fatti.
Diciamo così allora: la scuola, in definitiva, può essere:
1. o PESANTE
2. o LEGGERA
Dipende tutto da come la si prende, ovvio.
La maggior parte di noi ha condiviso l'esperienza tragica della sveglia, del mal di stomaco, dell'odoraccio delle aule, dei minuti prima dell'interrogazione, della convinzione che la prof di matematica ce l'abbia con te, dei bulletti, del pulmino, dei colloqui, degli esami...
e questo è PESANTE.
Per TUTTI.
Figli, ma anche genitori.
E così è abitudine sentire le mamme lamentarsi dei troppi compiti a casa, delle maestre che non spiegano bene, dei figli perseguitati dalla prof di matematica, dei figli che avrebbero meritato 11 invece che 3, dei figli che avrebbero meritato 3 e infatti l'hanno preso il 3...
Insomma, senza paura di ripeterci:
PESANTE, PESANTE, PESANTE!