giovedì 30 settembre 2010

Le Memocarte e la Zona di Sviluppo Prossimale



Lev Semenovic Vygotskij...

Chi era costui?

Era uno psicologo russo che... ma non voglio parlarti di lui, (puoi trovare le dovute informazioni su Wikipedia)


Voglio parlarti invece, di una delle sue teorie più famose:




La teoria della ZONA DI SVILUPPO PROSSIMALE.
Che cosa dice?


Dice che, tra ciò che già si conosce (ZONA DI SVILUPPO ATTUALE) e ciò che ancora non si conosce (ZONA DI SVILUPPO POTENZIALE), esiste una zona detta ZONA DI SVILUPPO PROSSIMALE (o ZSP)...
E sì, boom! Non ci si capisce niente...


Calma, sono qui apposta;-)
Sveliamo allora l'arcano con un esempio.


Prendiamo un bambino di PRIMA ELEMENTARE (ma guarda un po'...).

A metà anno, conosce tutto l'alfabeto.
Questa è la zona di sviluppo attuale.
Definiamola allora "come se fosse casa sua".

Ciò che non conosce potrebbe essere (tra le altre cose) La teoria Evoluzionistica di Darwin.
Questa è la zona di sviluppo potenziale.
Definiamola invece "come se fosse un luogo lontanissimo, meta di una futura vacanza".

Ora, come può un bimbo accostarsi a Darwin evitando la noia?
O come dire: in che modo può appassionarsi ad un posto che si trova dall'altra parte del mondo?


La risposta è:

portandolo in un luogo pieno zeppo di


belle cartoline colorate


che provengono da lì...


Questo luogo lo chiamiamo Zona di Sviluppo Prossimale (che non è la ZTL ;-)


Ed è proprio qui, in questa zona, che bisogna far arrivare più cartoline possibili.


In altre parole più stimoli comprensibili diamo a un bambino, più questi allargherà la sua voglia di sapere (allargando pure la ZSP).


E di grazia, quali sono gli stimoli più comprensibili agli occhi di un bambino?


Ovviamentei giochi.


Ed ecco allora che entrano in scena le Memocarte.


Sì, perché le Memocarte, sono proprio le belle cartoline colorate di un mondo distante, di cui parlavo sopra.


Sono la finestra che un bimbo sfrutta per affacciarsi su argomenti, che altrimenti troverebbe noiosi.
Sono l'occasione che noi genitori abbiamo, per far nascere nei nostri figli la curiosità verso mondi all'apparenza lontanissimi.


E Darwin allora, non sarà più così tanto distante, persino a 6 anni...


Ps


Se interessa anche a te aiutare tuo figlio ad allargare la Zona di Sviluppo Prossimale

inserisci nome ed e-mail nella casella a fianco (quella con il titolo "Vuoi aiutare tuo figlio alle ELEMENTARI?) e poi premi SCARICA.






giovedì 23 settembre 2010

Scuola, che noia!




Una frase sento e risento dire, spesso e volentieri, sul piazzale fuori la scuola, ogni giorno... 


"Mio figlio ha la zucca dura, proprio non ce la fa... voglia di studiare uguale a zero."


Mamme (i papà neanche s'accorgono) che andate ripetendo queste cose, scusate ma, siete sicure che il problema risieda solo nei vostri figli?




O bisognerebbe piuttosto andare in cerca da un'altra parte?


Allora a questo punto vi dico io una cosa bella bella (e sicura come l'acqua).



LA SCUOLA OGGI E' NOIOSISSIMA!



E i metodi di studio che fino all'altro ieri sembravano perfetti, oggi, nell'era della Playstation, non vanno più bene, perché:


IL MONDO CAMBIA, IL MODO DI STUDIARE INVECE NO.


Bisogna sforzarsi di capire questo semplice ma basilare concetto, altrimenti gente, non si va molto lontani.


In un mondo che luccica di mille led colorati, che strombetta mille mp3 al secondo, lo studio è diventato una vera e propria tortura (soprattutto per i più piccoli).


E giù, pomeriggi d'inverno, all'inferno...


Trascorsi fra nevrosi e isterie collettive di compiti prolungati all'infinito, a ripetere poesie, decine e decine di volte.
Mentre la Play attende paziente il suo turno, in angolo ben protetto del cervello di vostro figlio...

C'è un rimedio allora?

Sì che c'è.



Non comprare la Play, o la Wii, o la Xbox (per non fare torto a nessuno)?


Niente affatto!
Perché privarli dei loro divertimenti?


Piuttosto invece, è da un'altra parte che serve ripartire:



SE IL MONDO CAMBIA, BISOGNA CHE CAMBI ANCHE IL MODO DI STUDIARE.


Questa è la soluzione: usare accendini per accendere il fuoco, non certo pietre focaie...


Se ti interessa approfondire l'argomento, inserisci nome ed e-mail nella casella a fianco (quella con il titolo "Vuoi aiutare tuo figlio alle ELEMENTARI?) e poi premi SCARICA.

sabato 4 settembre 2010

L'ossessione delle mamme...

Signore e signori, ci siamo.


Settembre è arrivato e con lui, pure il fatidico appuntamento dei bimbi con la scuola.

Che per alcuni poi, trattasi di vero e proprio debutto (in società)...

Il primo giorno in effetti costituisce per i piccoli, il primo vero distacco dalla famiglia.
E qui, con queste parole occorre subito andare a preparare una camomilla.
Per chi?
Per le mamme ovviamente.
Tranquillizzatevi allora e niente brividi giù per la schiena, niente groppi in gola, perché lo sapete bene, il vostro cordone ombelicale ve l'hanno tagliato da un bel pezzo (a occhio e croce, sei anni or sono) non è il caso perciò di fare drammi (ne conosco qualcuna con lacrimoni grossi così, quella mattina).

A parte gli scherzi, è naturale sentirsi in questo stato, sappiate però che i vostri figli contano su di voi, ed è questo in verità il cordone che avete ancora forte legato a loro.

Cercate quindi di non tagliarvelo da sole.

Di cosa parlo?
Succede, (perché succede), di sentir dire:

"Non mi racconta mai niente..."

Fuori la scuola, quando le signore discutono tra di loro, è un coro unanime di voci bianche.
E' così che le mamme si confidano la scarsa comunicazione che hanno con i propri figli (soprattutto maschietti).

Volete allora un consiglio?

Regola numero 1

All'uscita da scuola, non fate mai e poi mai, questa domanda:

"Com'è andata oggi?"

Se agendo così vi sembrerà di non dimostrare interesse, non preoccupatevi.
Avrete altri modi.
Sappiate però, che i bambini parlano solo, quando non si sentono ossessionati.
O vi siete dimenticate forse di quanto fosse fastidioso il fiato sul collo dei vostri genitori?
Di quelle domande sempre uguali, ripetute tutti i santi giorni, come se fosse un copione mandato a memoria.
Non ripetete gli stessi errori.

Difficile?

Fate una prova e vedrete, che durante la giornata, saranno i figli a tirare fuori i discorsi che vi stanno così tanto a cuore.

La faccenda non è automatica, ma ci va molto, molto vicina.

Fidatevi...