lunedì 23 gennaio 2012

SCUOLA PRIMARIA E CRISI ITALIANA

E fuor d'ogni dubbio, che siamo in piena crisi.

Non starò qui ad elencarne i motivi.

Si tratta di un compito, che non sono in grado di assolvere.

Vorrei però suggerire, nel mio piccolo, degli spunti di riflessione.

Noi italiani siamo abituati a credere a tutto ciò che ci viene detto.
Probabile abbia influito la nostra millenaria tradizione cattolica, basata su dogmi e cioè su verità indiscutibili scese dall'alto (leggasi Chiesa).

E allora qui mi domando:
"Se riuscissimo una buona volta a venir fuori da questo modo di pensare?"

Non sto parlando di religione.
Ognuno è libero di credere o non credere.

Sto parlando di vita quotidiana.
Sto parlando di cominciare a vedere le cose, senza che qualcuno ci metta il paraocchi, togliendoci così, la facoltà che ognuno ha, di guardarsi intorno.

Il problema è da dove partire...
Oggi, nelle condizioni in cui l'Italia si trova, possiamo sperare di uscirne, solo con un lavoro a lungo termine.
Qui si tratta di ricostruire dal basso.
E il "basso" di una società sono le nuove generazioni. 
I nostri figli.

Come fare?

La via, ce l'ha suggerita una famosa pubblicità della Apple di qualche anno fa.
Suggeriva:

"Pensa differente".

Ecco allora, che torniamo a quello che dicevo all'inizio.

Insegniamo ai nostri figli a pensare differente. 

Perché è dimostrato che alla lunga paga...

Sì lo so, mi sono dilungato parecchio.
E la maggior parte, avrà smesso di leggere ben prima, non avendo trovato in queste troppe righe, alcun motivo d'interesse.
D'altronde questo è un blog che parla di scuola primaria. 
E chi arriva nei paraggi, si aspetta di trovare argomenti di analisi grammaticale, di analisi logica, di prove invalsi, di tabelline, frazioni e quant'altro. 

Veniamo al punto allora (dedicato a chi ha avuto la pazienza di seguirmi).

E riprendiamo da dove m'ero fermato.

...Insegniamo ai nostri figli a pensare differente.

A partire dalla scuola.

Quando anni fa elaboravo il mio metodo (Prima Elementare Facile/Scuola Elementare Facile) era proprio questa, la visione che mi guidava negli studi.

Volevo che mio figlio potesse avere un modo alternativo di affrontare i primi suoi (fondamentali) anni di scuola.
Una maniera più creativa, meno legata alla rigidità noiosa che impongono spesso e volentieri in aula. 

In altre parole, desideravo, pensasse differente.

Lo giudicavo necessario.

ORA LO VEDO IMPRESCINDIBILE.

Per 2 motivi:
1)alla luce dei suoi risultati;
2)per la situazione dell'Italia oggi.

Non sto esagerando.
La realtà dei fatti è proprio questa:

formare bimbi, che la pensino in maniera diversa.

Perché altrimenti, purtroppo, qui in Italia, non se ne esce.



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