Mio figlio ha frequentato la quarta e (anche) grazie al metodo adottato, tutti 10 (come puoi vedere dall'immagine a fianco).
Ora però, urge una precisazione di come io la pensi a proposito (sempre che a qualcuno gliene importi qualcosa...;-).
La domanda che faccio è questa:
"E' giusto, che la valutazione scolastica di un bimbo, si risolva in una manciata di numeri segnati su un foglio?"
Secondo me, NO.
Ma come si dirà, uno che mette sempre in bella mostra le pagelle di suo figlio, dice no?
Dico no, perché sono consapevole di come la vita scolastica di un bimbo, passi attraverso l'intreccio complesso di entusiasmi, delusioni, timidezze, timori, insicurezze, stanchezze, voglia di primeggiare, ma pure di nascondersi, convivenza con compagni terribili o splendidi a seconda dei casi, rapporti con gli insegnanti, con i genitori, con i troppi compiti, con i pochi momenti di pausa...
Insomma un groviglio di stati d'animo, che formano la parte nascosta dell'iceberg.
E dell'iceberg si sa, è solo la punta che viene fuori.
La fatidica pagella, appunto.
E lasciamelo dire, a me questo modo di sintetizzare la vita in un numero, sembra parecchio riduttivo...
Altre domande allora sorgono spontanee.
Del tipo:
-Sarebbe migliore una scuola senza voti?
-Potrebbe funzionare?
-Come fare?
All'ultima di queste, vorrei dare una mia personale risposta.
Partendo da questo assunto:
Fintanto che le pagelle ci saranno, ritengo una causa persa far loro guerra.
La soluzione secondo me, sarebbe allora, quella di smettere di rincorrere il 10.
Molto meglio e più proficuo, rincorrere la tranquillità dei bimbi.
Una volta raggiunta, questa si rifletterebbe automaticamente sul voto.
Che a quel punto perderebbe il suo valore prestazionale, per assumerne uno che possa essere lo specchio della serenità del bimbo nell'affrontare la scuola.
In altre parole mio figlio in pagella ha preso sì, 10 d'ITALIANO, MATEMATICA, INGLESE, STORIA, GEOGRAFIA, SCIENZE, MUSICA, ARTE E IMMAGINE...
Ma il numero, si riferisce al
grado di serenità che ci ha messo nell'affrontarle.
Poi il resto, la punta dell'iceberg, è venuta da sé...
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